VITTORIO EMANUELE III (1900-1943) - 100 lire 1903, Roma.
Stima: € 13.000,00 - € 15.000,00
Base d'asta: € 13.000,00
Oro, 32,25 gr. - Diam. 35 mm.
Dritto: Testa nuda a sinistra, in basso SPERANZA; - Rovescio: Aquila spiegata coronata, con scudo sabaudo caricato in petto.
Nomisma 1045, Gigante 1 Molto raro
Lievissimi graffietti. Piacevole esemplare.
m.SPL
Istituito con il Regio Decreto n. 92 del 7 marzo 1901, la realizzazione di questa moneta venne affidata all'incisore Filippo Speranza. Primo massimale in oro emesso da Re Vittorio Emanuele III, spezzerà la monotonia della monetazione sabauda ottocentesca, che raffigurava il classico scudo sabaudo coronato, cinto dal Collare dell'Annunziata. Al rovescio si staglia la maestosa raffigurazione dell'aquila araldica coronata, con scudo sabaudo sul petto.
Nella precedente tradizione iconografica di Casa Savoia, l'aquila non era però stata assente. Nei decenni a cavallo fra il Duecento e il Trecento, Amedeo V (1253-1323) aveva emesso grossi d'argento con un'aquila bicipite frontale, ad ali dispiegate, sul diritto. Sarà solo nel '700, a distanza di quasi cinquecento anni, che l'aquila ricomparirà sulla monetazione di Casa Savoia come protagonista. Ciò avverrà grazie a Vittorio Amedeo II, in qualità di Re di Sicilia (1713-1718), che aveva ripreso il soggetto dell'aquila frontale, in questo caso con scudo crociato sul petto, per l'emissione del tarì e delle monete in rame.
Qualche decennio più tardi, Carlo Emanuele III, secondo re di Sardegna, tra il 1743 e il 1747, ne aveva assunto il tipo sullo zecchino d'oro (ma anche sui multipli e sottomultipli coniati nel medesimo metallo), dotando l'aquila di una corona sul capo e circondandola con il Collare dell'Annunziata (la massima onorificenza di Casa Savoia, istituita da Amedeo VI nel 1362). Seguendo l'esempio paterno, anche Vittorio Amedeo III, negli anni 1786-1796, aveva connotato con l'aquila i diversi nominali battuti in oro, ponendo sul petto del rapace lo scudo dei Savoia e negli artigli lo scettro, il bastone e il collare dell'Annunziata, così come fecero anche i successori Carlo Emanuele IV (1797-1800) e Vittorio Emanuele I (prima della riforma decimale).